Day 1 – Magic Kingdom

Siamo arrivati al Grand Floridian al mattino presto. C’era già molta gente che andava e veniva, le damigelle di una sposa che si accordavano per gli ultimi dettagli, il personale dei bagagli che aveva riempito diversi carrelli e molte persone che salivano al primo piano per prendere la monorail e andare al parco.

Ero già stata al Grand Floridian. Ricordavo il suo ingresso maestoso e profumato, la voliera e i balconcini in stile vittoriano. Tempo di lasciare le valigie e siamo partiti per Magic Kingdom.

Magic Kingdom fu il primo dei parchi aperti an Orlando, nel 1971. Ha una dimensione di 433.000 mq e il tema principale è quello delle fiabe e dei personaggi Disney. Al centro, il Cinderella Castle, nel quale tutte le bambine possono trasformarsi per un giorno nella loro principessa preferita (M: “Beh, ma perché io non posso trasformarmi in un principe?”). Il pacchetto comprende vestito, trucco, parrucco, tiara e scettro.

Il parco di Magic Kingdom a Orlando è il più visitato al mondo: oltre 20 milioni di visitatori ogni anno varcano quell’ingresso e camminano lungo Main Street fino alle diverse aree, sperando (chi più chi meno) di incontrare Winnie Pooh, Topolino o Minnie. Noi speriamo di incontrare Cip e Ciop, ma per il momento abbiamo visto solo due scoiattolini (veri) che ci seguivano mentre eravamo in fila per la casa stregata.

Abbiamo fatto tutte le giostre del parco, nonostante il caldo (anche se in realtà meglio gestito che a Gardaland, per dire) e la mancanza di acqua che non sapesse di cloro.

Il parco è pieno di persone in vacanza. Il must-have di Disneyworld pare essere la maglietta matchy-matchy con tutta la famiglia. Se non hai una maglietta coordinata, devi almeno avere una maglietta, uno zaino, un cappellino, qualcosa che attesti che sei super fan e che non sei lì per caso. Io mi sono portata il mio laccetto con le pin e ho scoperto che il pin trading ha meno spinta di una volta ma che comunque ancora tira abbastanza. Da un certo punto del pomeriggio in poi, io e Matteo non abbiamo fatto altro che fare scambi (più o meno vantaggiosi, bisogna ammetterlo).

Apparentemente senza accusare troppo il jet lag, siamo rimasti al parco fino a sera tardi. Abbiamo aspettato il buio e visto lo spettacolo di fuochi d’artificio che è ancora di gran lunga il più bello che io abbia mai visto nella mia vita. Alle 21.20 siamo entrati da Tony’s (il ristorante di Lilli e il Vagabondo) per mangiare spaghetti with meatballs. Ci hanno guardato fra il sorpreso e l’ironico per dirci che il ristorante era già chiuso.

Siamo ritornati in albergo ormai alle 22, ordinando qualcosa in camera e addormentandoci così, di botto.

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