Cosa è per me Harry Potter

Harry Potter è la mia saga preferita. Harry Potter è qualcosa che è se non hai letto, devi leggere. Se non hai visto, devi vedere. E non serve fare gli intellettuali e i superiori. Al netto di chi è oggi JK Rowling, le resta il merito di aver inventato un mondo fantastico ma in qualche modo verosimile che è talmente entrato nel mondo comune che ormai non ci si fa neanche caso.

Ho visto i primi due film di HP nel periodo di Natale su Sky. Ho deciso che volevo sapere come sarebbe andata avanti la storia e ho cercato ovunque il libro numero 3 (il prigioniero di Azkaban) e il 4 (il calice di fuoco). Gli altri dovevano ancora uscire in libreria. E molti anni prima che ci fosse qualunque tipo di merchandising, ho avuto come regalo una firebolt in miniatura, ricavata da un vecchio pennello e creando appositamente un manico di legno. Quella “scopa da astuccio” ce l’ho ancora e fa bella mostra di sé sopra ai libri della saga nella mia libreria.

Ho talmente parlato a tutti di HP che ho convinto anche mio papà a leggere la saga intera (non ho fatto troppa fatica a dire il vero, anche se all’inizio era scettico) e persino il Berse (che fuori dall’università ho visto leggere perlopiù fumetti).

A chi me lo chiede, non ho dubbi nel rispondere: il mio libro preferito è “il calice di fuoco”, il mio film preferito è “i doni della morte parte 2”, in particolare, la scena in cui la McGrannit e gli altri professori lanciano gli incantesimi di protezione su Hogwarts (proteggo maxima, fianto duri, repello inimici).

Mio personaggio preferito Piton, perché è complesso e fedele, mai scontato. E comunque sì: io resto fedele alla traduzione italiana con cui ho conosciuto i personaggi la prima volta.

HP è il più classico dei romanzi di formazione, con personaggi che evolvono e crescono nella storia così come evolve e cresce la scrittura e la cupezza degli eventi raccontati.

Se per qualche ragione sconosciuta ancora non lo avete letto, non riesco proprio a capire perché.