La giornata di ieri è stata praticamente solo autostrada. Siamo partiti abbastanza presto dal nostro hotel di Orlando per andare a ritirare il camper che sarà casa nostra per i prossimi 12 giorni.
Una volta arrivati da El Monte, ci ha accolti una signorina che aveva mangiato parecchio aglio e ci ha fatto il briefing sotto al sole rovente. Tempo di legare i bambini e caricare le valigie e il generatore dell’aria condizionata si è fermato. Siamo scesi e abbiamo aspettato che il meccanico, che qui chiameremo Hector, ci spiegasse che da quando i ricambi sono chinos i motori funzionano molto male. Fatto sta che siamo stati fermi un’oretta e, un attimo prima di accendere il motore e partire, un bambino che qui chiameremo X realizza di aver dimenticato in hotel il suo coniglio Pasquale e quindi, dopo una telefonata ai limiti del surreale con il ragazzo della reception, siamo tornati in hotel a recuperare (per l’ennesima volta nella nostra vita) il coniglio.
Avevamo davanti circa 9 ore di strada e, tardi per tardi, ci siamo fermati a Ocala (circa un’ora fuori Orlando) per fare la spesa nel supermercato più dispersivo della storia e mangiare il cibo peruviano avanzato della sera prima (sehr lecker!).
In buona sostanza, siamo davvero partiti alle 15, con l’idea di arrivare a Pensacola, uno di quei posti che io immagino tipo buen retiro per vecchi americani ricchi. È così? Non lo sapremo mai. Ci siamo fermati in una rest zone appena prima di arrivare in città, quando abbiamo scoperto che le idee di locus amoenus di Ziveri erano irrealizzabili.
Al sicuro fra due enormi camion e protetti da una safety guard che ha pattugliato tutta la notte, abbiamo dormito la nostra prima notte in camper, cullati dal rumore del generatore a benzina e dagli sfiati dei camion.
Oh such a good time to be alive!


