Austin

Trovare da dormire dopo le 17 è sempre complicato e anche a Austin, alla fine, abbiamo avuto alcune difficoltà.

La prima è che cercando su Google “RV Camgrounds” escono in realtà molti campeggi che sono più che altro spazi per lunghi periodi (uno ci ha detto che non affittano piazzole per meno di un anno) e non permettono l’andirivieni di chi è lì solo per una notte.

Alla fine abbiamo trovato un posto che ci andasse bene, ben oltre le nostre esigenze, e dal nome altisonante tipo “resort della foresta di querce” o qualcosa del genere.

Non era vicinissimo al centro quindi al mattino, staccati tutti i nostri collegamenti, siamo partiti per il Texas State Capitol parcheggiando in modo un po’ fantasioso nei pressi del giardino intorno al palazzo.

Terminata la visita, siamo andati nella zona sud di Austin, appena usciti dal centro, dov’è diverse casette colorate e negozietti di tutti i tipi si susseguivano lungo una strada grande ma alberata e popolata di gente.

Abbiamo pranzato in un locale divertente di tex-mex, con anche musica dal vivo e un nutrito calendario di personaggi musicali che sono passati e passeranno da quel palco. In realtà, la canzone che suonava quando siamo entrati era questa.

Il cibo tex-mex, diciamolo, è un cibo messicano che non ce l’ha fatta: gli manca il twist, il cuore, la freschezza, il profumo (e la birra buona).

All’uscita del ristorante c’era un negozio di stivali texani enorme, dove ho trovato gli stivali de mi corazon e forse grazie al margarita in corpo, li ho comprati e sono super felice!

Abbiamo passato il pomeriggio in un museo interattivo per esperimenti di scienza e fisica davvero molto divertente. Due grandi stanze dove si imparano per esperienza dinamiche sulla luce, l’acqua, l’aria, i moti. È stato molto divertente.

All’uscita del museo, un pub irlandese ci ha irretiti con un happy hour post lavoro che obiettivamente ci stava. Un bambino che chiameremo X, spalleggiato dalla sorella che faceva il supporto morale, ha anche chiesto alla cameriera un piatto di patatine fritte che – non si sa come – è effettivamente arrivato!

Dopo diverse telefonate e due viaggi a vuoto, abbiamo trovato il posto dove dormire (anche questo dal nome romantico – rosebud) e quindi siamo potuti andare a ballare musica country in uno dei posti più famosi di Austin.

Siamo usciti da lì che erano circa le nove, un cielo di fuoco ci ha fatto la strada fino a fuori la città, sulla direzione per Fort Worth.