Fort Worth è “Where the West begins” (“dove inizia il west”) e ha indubbiamente un’atmosfera da cowboy.
Quando parcheggi nello spiazzo ghiaioso e assolato, non sai che stai per entrare in un mondo a parte, fatto di negozi di tassidermia, abbigliamento in stile cowboy, saloon, stakehouse e potenti ondate di musica country.
Abbiamo camminato lungo la via principale, in mezzo alle ragazze in short e stivali, uomini col cappello e mucche di razza Longhorn che attraversano la strada.
Siamo entrati in piccoli spazi ricavati fra le mura di legno, raffrescati da ventilatori che spruzzano acqua, ad ascoltare musica dal vivo (nel nostro caso una versione annacquata di “Wonderwall” che ci sta sempre) e a sorridere e parlare con le persone del posto, che si sperticano in reazioni esagerate quando ci chiedono di dove siamo e rispondiamo “Italy”.
Abbiamo vagato senza una meta definita, trasportati dal flusso della gente che viveva il sabato pomeriggio come lo si vive in diversi posti del mondo: camminando su e giù per la via principale, ridendo e bevendo lungo la strada.
Qui, in più, lo struscio si fa anche in auto e sulla via principale sfilano le macchine più incredibili che abbiamo mai visto. In generale mi è parso che la regola fosse: più la tua auto è grande e colorata e possibilmente con luci aggiuntive, più alto puoi tenere il volume della musica latina che esce dalle tue casse.
Sí perché c’é da dire che la comunione fra musica country e musica latina non pare che crei particolari criticità.
Fort Worth può sembrare un luogo turistico e probabilmente in parte lo è anche, ma non perde per questo di autenticità. I ragazzi e le ragazze giovani che erano lì, che ascoltavano la musica dal vivo da Billy Bob’s, con le camicie leggere a fiori, i cappelli bianchi e i vestitini con gli stivali erano lì perché era divertente e anche un modo per conservare un pezzo di questa parte di America.
Dopo diversi tira e molla, abbiamo deciso di assistere alla finale di “Bull, Band and Barrells”, uno spettacolo in cui uomini mingherlini cercano (spesso senza esito) di cavalcare un toro (tempo medio di permanenza sulla schiena del toro: 3 secondi), di sfidarlo con corse e salti di cui non abbiamo capito il modo di assegnare i punti e, forse la parte più bella, ragazze che corrono a cavallo intorno a dei grandi bidoni per ottenere il tempo migliore.
Quando siamo venuti via, si preparavo a un concerto che sarebbe andato avanti ancora un bel po’.
Siamo andati a dormire a Arlington, a circa mezz’ora da Fort Worth e nel paese in cui hanno sede i Dallas Cowboys.
Il caldo non molla neanche di sera, anche se un po’ di vento rende tutto abbastanza vivibile.


