Dallas

Siamo arrivati a Dallas in tarda mattinata, dopo un paio di soste per pulire il camper e svuotarlo delle cose da buttare. Strati di scontrini, mappe, foglini e foglietti vari, una volta tolti hanno dato quell’aria di disarmo tipica della fine delle vacanze (o della stagione).

A Dallas, il 22 novembre 1963, fu assassinato John Fitzgerald Kennedy. Dal sesto piano di un deposito di libri, Oswald ha imbracciato un fucile di fabbricazione italiana e ha fatto fuoco verso la macchina del Presidente, alle 12.30 ora di Dallas. Il Presidente si è accasciato sul lato sinistro nel momento in cui il secondo colpo lo ha trafitto non lasciandogli scampo. Jaqueline si è arrampicata sul baule della macchina, aiutata dal responsabile della sicurezza, e poi si è sdraiata sul prato lì di fianco, mentre tutto intorno era iniziata una gran confusione.

JFK muore praticamente sul colpo e due ore dopo, a bordo dell’Air Force One, Lyndon Johnson diventa Presidente.

Oggi, al sesto piano del deposito di libri da cui sono partiti gli spari, c’è un museo che ripercorre passo per passo ciò che è accaduto quel giorno. Ci sono diverse stazioni, dove per prima cosa viene spiegato il contesto storico in cui Kennedy diventò presidente. Attraverso le immagini dell’attentato girate dal giornalista Zapruder, si ripercorrono gli 8 secondi che sono serviti per uccidere il presidente.

A questo, seguono le diverse indagini che hanno portato all’arresto di Oswald. C’è anche un riferimento al film di Oliver Stone, JFK, che riapre di nuovo alcune questioni legate a chi fossero i mandanti. A oggi, il 61% degli americani crede ancora che ci fosse un disegno complesso dietro alla morte di JFK.

Al settimo piano dell’edificio c’è ora una mostra temporanea sui giorni antecedenti l’attentato e che JFK aveva trascorso facendo un tour delle principali città del Texas.

Sulla strada di fronte alla finestra c’è una X che indica il punto preciso in cui il presidente è stato colpito.

Dallas è molto diversa dalle altre città che abbiamo visto finora. Il centro è tutto sommato piccolo, con angoli molto belli e parchi pieni di persone che vivono per strada.

Lasciata Dealey Plaza, siamo andati a vedere il memoriale di Kennedy (un cubo di granito abbastanza perdibile) e poi Pioneer Plaza (una piazza con un laghetto e dei longhorn in bronzo a grandezza naturale, condotti da un cowboy anche lui in bronzo) e Pegasus (il cavallo alato rosso che si vede diverse volte in città).

Abbiamo bevuto un pumpkin spice latte da Starbucks (il che significa, come dice Francesco Costa, che per gli americani è arrivato l’autunno anche se ci sono ancora 35 gradi) e abbiamo girovagato un po’ per le vie del centro, fino a tornare al nostro hotel.

Il nostro hotel era collegato alla Reunion Tower, una torre alta 144 metri e da cui si può vedere il centro di Dallas e, nei giorni limpidi (non ieri), fino a Fort Worth. La torre è a forma di fiammifero, con una grande capocchia in cima, e ha tipo 500 led che si illuminano in modo diverso a seconda del giorno (ad esempio se vincono di Dallas Cowboys o i Rangers, oppure se è la festa della mamma o del papà, se è il giorno del Ringraziamento o San Patrizio ecc.).

Siamo stati a cena in un posto altamente selezionato da Ziveri, nel quartiere artistico della città. Eravamo gli unici avventori del locale; un ragazzo che indossava una maglietta con su scritto when you lost faith, God has no power (“quando hai perso la fede, Dio non ha potere”) ci ha servito tre bistecche un po’ troppo asciutte accompagnate da patatine fritte al parmigiano e tartufo interessanti.

Siamo usciti poco prima delle 10, quando DJ Vino si stava preparando per la serata reggaeton che sarebbe andata avanti fino alle 2.

Lungo le strade tanta gente, musica dal vivo un po’ ovunque, macchine maranza e voglia di fare festa (nonostante fosse domenica sera).

Abbiamo guardato il traffico per un po’, dalla nostra camera al decimo piano. Le luci delle auto che scorrevano lente lungo l’autostrada, il treno, la metropolitana, un ponte molto alto sullo sfondo.

È l’ultima notte di questa vacanza.