
Il primo volo che ho preso era per Amsterdam. Era tipo Pasqua, dovevamo andare in Olanda in auto, ma mentre caricavamo le valigie mio papà è rimasto bloccato con la schiena.
Lo ricordo a letto, il dottore che diceva che “assolutamente no!”, era impensabile partire in auto. Men che meno per un viaggio così lungo.
Ricordo un pranzo con amici dei miei genitori, la decisione di partire in aereo. Io e mia mamma non avevamo mai volato.
Ricordo un volo di sera, un dolce alle mandorle e un orsetto che mi hanno regalato dopo aver visitato la cabina di pilotaggio. Era tipo il 1988.
La prima volta che ho volato da sola era da Cagliari a Bologna (o Milano). Era agosto, andavo contro corrente per passare qualche giorno con un fidanzato troppo allergico al mare.
Si volava con dei foglietti autocopiativi stampati in rosso. Li tenevo gelosamente insieme al passaporto fino al momento del check-in.
Ok boomer, oggi è diverso. Oggi sí e no si stampa il biglietto. Il check-in si fa online e il codice a barre si tiene nel wallet del cellulare.
Noi no. Noi abbiamo pensato che per questo volo intercontinentale non servisse fare niente se non portare le nostre persone in aeroporto per tempo, e poi la hostess di terra avrebbe fatto la magia.
Non l’ha fatta. Ha fatto del suo meglio, ma al momento non siamo seduti vicini né sul volo per FRA, né sul volo per Orlando.
La stessa hostess: “Beh signora, non é contenta di stare un po’ lontana da suo marito?”.

