E di come io non abbia MAI paura a cambiare idea.
Ho fortemente voluto fare questa vacanza in camper. Da una parte perché abbiamo molti ricordi felici su questo mezzo, ce li abbiamo come famiglia e ce li ho io nel passato, a Torre del Lago coi miei zii e mia cugina; dall’altra perché ti permette di avere degli spazi tuoi, dove i bambini possono muoversi in modo autonomo e dove puoi bere una birretta quando arriva sera e tutti dormono.
Oltre a questo, avevo un po’ la paranoia dei cibo. Da tipica mamma emiliana pensavo: ma se i bambini non mangiano? Se mangiano solo hamburger e patatine per 20 giorni?
Quindi alla fine è successo che abbiamo prenotato questo camper che ci sembrava grande, ma che si è rivelato molto più piccolo di altri e alla fine sono pentita della scelta fatta, perché lo odio dal giorno 1. E meno male che ho scelto io di venire in camper.
Di base c’è che secondo me la filosofia del campeggio americano è molto diversa da quella europea. Non si va in campeggio per vivere lo spazio, ma si sta chiusi nel proprio RV tutto il tempo, collegati a acqua, elettricità e fognatura, ma pur sempre in uno spazio tutto sommato piccolo, senza troppo spazio esterno. Aggiungici il fatto che anche di sera faceva molto caldo, di fatto lo spazio esterno non è mai esistito.
Il camper è grande, ma gli spazi sono organizzati malissimo e tutto risulta stretto anche se potrebbe non esserlo. La camera dove dormivamo noi aveva degli inutili corridoietti, che portavano via spazio ed erano comunque troppo stretti per passare.
Il generatore per l’aria condizionata era veramente rumoroso, partiva e si spegneva diverse volte nel corso della notte e ci ha svegliato mille mille volte.
Tutto il viaggio è stato molto rumoroso, con il rumore del motore, dell’aria condizionata e dei piatti che sbatacchiavano ad ogni buca.
In Texas si può fare boondocking, campeggio libero, ma in realtà – nei posti dove siamo stati noi – non abbiamo mai visto aree libere in cui immaginare di fermarsi. Alla fine, tranne la prima sera, abbiamo dormito sempre in campeggio e il costo medio per una notte in piazzola è di 80/90 dollari, abbastanza se si considera che di fatto ti colleghi solo alla rete e non ci sono bagni comuni e docce, se non piccole costruzioni con una o due docce, bombardate di aria condizionata e mediamente mal pulite. Per forza: non ci va nessuno. Una volta ci abbiamo trovato una rana.
Oltre a questo, dopo le 17 nessuno ti risponde più e i campeggi sono chiusi. Se hai chiamato prima, trovi una bella busta col tuo nome e le indicazioni per raggiungere la piazzola, altrimenti niente. A noi è capitato diverse sere, di girare a cercare uno spot. La sera in cui ce la siamo vista peggio era a New Braunsfeld, dove incontravamo solo daini.
Ci sono stati anche aspetti positivi, primo fra tutti avere uno spazio in cui fermarsi per fare una merenda, un pranzo insieme, un momento di pausa durante il giorno.
Così succede che oggi, che è l’ultima sera, dormiamo all’Hyatt Regency di Dallas, con tanti saluti al camper che vediamo dalla nostra finestra. 😜



