Day 2 – Epcot

Epcot è il parco dedicato alla scienza, al futuro, alla tecnologia. É stato costruito nel 1982 ed è tutto una celebrazione del progresso dell’uomo e dell’innovazione in generale. È molto più grande di Magic Kingdom e ce ne siamo accorti. Ieri, solo nel parco, abbiamo camminato avanti e indietro quasi 14 km.

Epcot è anche una specie di esposizione universale permanente. Intorno a un laghetto si affacciano le ricostruzioni di diversi stati del mondo, caratterizzati da immagini più o meno stereotipate. C’erano il Canada, la Germania, la Norvegia (con la giostra di Frozen che apparentemente non ci interessava), la Francia (con tanto di insegna della metropolitana e torre Eiffel), la Cina, il Giappone, il Messico (dove vendevano margaritas rivedibili), l’Italia (con una riproduzione di piazza San Marco), il Marocco, gli Stati Uniti e il Regno Unito. Non so come siano stati scelti gli stati da includere, ma alla fine è un posto carino e – nonostante la pioggia che è durata tutto il pomeriggio – a noi è piaciuta.

In generale, io trovo che il parco abbia un valore al di là del puro intrattenimento. Ci sono diverse attrazioni (forse la maggior parte) che hanno scopi educativi e di sensibilizzazione che vanno molto al di là del divertimento e si nota chiaramente che l’intento è quello di trasmettere informazioni e conoscenza. In più, se si pensa che sono stati costruiti fra gli anni 70 e 80, secondo me è chiaro che l’idea fosse quella di trasmettere informazioni altrimenti difficili da reperire.

Il parco di Epcot è collegato agli Hollywood Studios da un ovetto funivia che fa diverse fermate anche dentro a degli alberghi. Quando era il nostro turno per prenderlo l’hanno chiuso per temporale e quindi siamo andati con un autobus che ci ha messo una vita e mezzo.

Agli Studios volevamo vedere lo spettacolo degli stunt ma quando siamo arrivati aveva già chiuso e quindi niente. L’Olivia e lo Zivo hanno fatto la montagna russa degli Aerosmith (credo ci sia o ci fosse anche a Parigi) e quindi il primo battesimo di doppio giro della morte dell’Olivia (io e Matte stavamo tornando a Epcot – questa volta in funivia – perché avevo dimenticato di aver messo uno zaino nel locker laggiù!).