San Antonio

Siamo a San Antonio. Siamo arrivati ieri, dopo le solite 4 ore di camper. Le autostrade sono molto sconnesse, con un sacco di lavori in corso e con un camper di nove metri, carico di roba, il percorso si fa parecchio rumoroso.

Abbiamo lasciato Galveston in tarda mattinata, dopo aver fatto un bagno nel mare bollente del Golfo del Messico, raccogliendo conchiglie nere a riva e guardando i gabbiani pescare. Una coppia di messicani si faceva ricoprire di sabbia da due figli piccoli, mentre le onde si muovevano placide avanti e indietro.

Abbiamo pranzato lungo la strada, per la prima volta da McDonalds, dove nell’Happy Meal se vuoi l’acqua devi pagare un extra di 50 cents. Ogni menu però viene servito con la chiara indicazione delle calorie (questo dappertutto), come se questo potesse essere un metodo efficace per combattere l’obesità.

San Antonio è la città più ricca del Texas e conta 1,4 milioni di abitanti. È il luogo in cui si trova la roccaforte di Alamo, teatro della più famosa battaglia per l’indipendenza del Texas dal Messico. La celebre frase di Davy Crockett (“you can all go to hell, I go to Texas”) venne pronunciata quando lui, con 16 patrioti, decise di lasciare Washington e combattere per la liberazione del Texas. All’interno di Fort Alamo c’erano 188 persone durante l’attacco, moltissime morirono, ma il generale Sam Houston riuscì comunque a non perdere la roccaforte e da lì a poco venne dichiarata l’indipendenza del Texas. E se ve lo state chiedendo, sí: il cappello di Davy Crockett è di procione.

Abbiamo anche visitato la San Fernando Cathedral. Una cattedrale abbastanza minima, la più antica del Texas, ma comunque della metà del 1700, dove sono conservati anche i resti di Davy Crockett (praticamente il fulcro di ogni cosa qui a San Antonio).

San Antonio è attraversata dal San Antonio River, sulle cui sponde è stata costruita una passeggiata molto carina, con molti ristoranti, baretti e negozi di souvenir (con alcune perle su cui torneremo). Ha l’aria di essere un po’ finta, ma tutto sommato è piacevole. La passeggiata downtoen invece fa vedere totalmente lo stile tex-mex della città.

Lasciato il mondo dorato di Disney e l’insieme un po’ hippy di New Orleans, siamo arrivati in questa America vera, dove sono molte le persone accasciate per strada o che fissano il vuoto in modo totalmente inerme. C’è una piaga dilagante e molto evidente che non si può certamente combattere solo con la propaganda sulle strade, ma tutti passano oltre, non guardano e vanno per la loro strada.